martedì 7 giugno 2011

la fortuna di trovarsi orizzontali


 

Liceo Scientifico Statale “Pacinotti” - Cagliari

anno scolastico 2010-2011

classe 3 L

la fortuna di trovarsi orizzontali


un approfondimento sul rapporto tra geografia e storia

Marco Botta
Carlo Sanna
Simone Santus


grafica: Carlo Sanna - 
revisione testi: Gigi Monello 





Orizzontali contro verticali


Cajamarca, 16 novembre 1532. Francisco Pizarro soldato, esploratore e avventuriero, si trova, con la sua banda di 168 spagnoli, faccia a faccia con l’esercito imperiale di Atahualpa, capo degli Incas. È il più sconcertante scontro militare della storia. Gli spagnoli hanno con sé una dozzina di archibugi, armi in acciaio affilatissime, corazze e 62 cavalli. L’attrezzatura militare degli Incas è, invece, rudimentale: bastoni, mazze, asce fatte di pietra, legno o bronzo; fionde ed armature intessute. Ma c’è un piccolo dettaglio a loro vantaggio: sono 80.000. Per quanto stupefacente possa apparire saranno gli Europei a vincere. È da questo evento durato poche ore, che prende le mosse Jared Diamond che con un affascinante e vertiginoso salto di scala spazio/temporale, ci porta dai pochi ettari e dalle poche ore di Cajamarca, alle grandi masse dei continenti e ai 10.000 anni che separano quella battaglia dalla scoperta dell’agricoltura. Secondo Diamond, gli Europei hanno vinto perchè eredi di civiltà vissute per migliaia di anni in un blocco continentale orientato nella direzione ovest-est; gli Indios, perso, perché discendenti da civiltà vissute in un continente disposto in senso nord-sud. All’apparenza il collegamento ha il suono di uno scherzo un po’ folle. E la prima reazione è di scetticismo, “Professore, sarebbe come se lei mi dicesse che siccome mi metto una maglietta rossa, allora quel giorno andrò bene in matematica”, ha detto d’istinto Enrico, dopo avere sentito questa strana storia. Perplessità giustificata. Come può un evento piccolo e, in parte, accidentale, come una battaglia, essere ricondotto a strutture così grandi e processi così lunghi? Proviamo ad illuminare di colpo un solo dettaglio “forte” di questa teoria, quello che più di ogni altro può aiutare a capirne la logica. L’orientamento est-ovest della grande massa continentale euro-asiatica ha fatto sì che tutte le civiltà che si sono sviluppate in questo area, siano vissute in condizioni climatiche sostanzialmente simili (stessa latitudine) ed abbiano con facilità potuto scambiarsi tutto: cose, notizie, animali, piante, tecniche, uomini, aggressività, malattie. La disposizione Nord-Sud di Americhe e Africa, collocando quei popoli dentro quadri climatici troppo diversi ed estremi (diversa latitudine) ha invece impedito, in questi continenti, lo svolgersi della stessa dinamica. Non è il solo fattore della superiorità europea; ma è, per Diamond, tra i due decisivi. Per millenni, impenetrabili barriere geo-climatiche (pianure tropicali, climi troppo freddi, fitte foreste) resero difficili, se non impossibili i passaggi di vegetali ed animali e il “contagio agricolo”. Stessa cosa per la tecnologia: la ruota, inventata in Messico, restò per millenni un mero giocattolo; se avesse “raggiunto” il lama delle Ande avrebbe potuto diventare un formidabile fattore di progresso. Ma questo non avvenne. Per Diamond - che non è affatto turbato dall’accusa di determinismo storico - il destino delle popolazioni di Africa ed America era già segnato molto tempo prima che la specie umana vi comparisse. Se avrete la pazienza di esaminare tutti i passaggi della nostra mappa concettuale vi convincerete della notevole verosimiglianza di questa teoria; ma se dovessero rimanervi dei dubbi, non disperate: la biblioteca del nostro Liceo possiede una copia di questo straordinario libro. Se volete fare un entusiasmante viaggio intellettuale tra storia, geografia e biologia, leggete Jared Diamond.


Jared Mason Diamond insegna fisiologia all’Università della California a Los Angeles ed è membro dell’Accademia nazionale delle Scienze americana. Tra i suoi libri tradotti in italiano, “Il terzo scimpanzé” e “Collasso”. Con “Armi, acciaio, malattie” ha vinto il premio Pulitzer 1998 per la saggistica. Diamond parla una dozzina di lingue, ed i suoi libri spaziano dalla biologia molecolare all'archeologia; i suoi interessi toccano, a volte, materie assai inconsuete come la progettazione delle macchine per scrivere o il Giappone feudale. Per la sua sterminata preparazione ed il gran numero di pubblicazioni, Mark Ridley ha avanzato la scherzosa supposizione che “Jared Diamond non sia una singola persona, ma, in realtà, un comitato”.


Ecco, come lo stesso Diamond illustra alcuni casi specifici della presenza di barriere geografico-climatiche.
Tra gli altipiani del Messico e quelli dell’Ecuador ci sono solo 2000 km, più o meno quanti ne corrono tra i Balcani e la Mesopotamia. Nei Balcani, le cui condizioni climatiche non erano dissimili da quelle del Vicino Oriente, l’agricoltura arrivò in 2000 anni. Anche il Messico e le Ande avrebbero potuto ospitare, in gran parte, le stesse specie domestiche, ma questo non avvenne se non per un caso specifico: il mais. Per altre piante e animali, l’uscita dal loro territorio di origine fu impossibile. Le fresche alture messicane sraebbero state ideali per allevare lama e cavie, o per coltivare le patate, tutte specie domesticate sulle Ande. Ma il loro cammino verso nord era bloccato dalle pianure tropicali dell’America centrale. Per 5000 anni gli Olmechi, i Maya, gli Aztechi e tutti gli altri popoli mesoamericani rimasero privi di mammiferi di grossa taglia (come il lama) e furono lasciati con il solo cane come animale da carne. (…) Il mais, i fagioli e le zucche messicane impiegarono migliaia di anni per percorrere i 1100 km che li separavano dagli Stati uniti sudoccidentali, mentre il pepe e il chenopodio non riuscirono neppure ad arrivare. Il mais non riuscì per millenni a diffondersi a nord a causa del clima più freddo e della stagione di crescita più breve. (…) (Diamond, op.cit., p. 144)
la ruota fu inventata in mesoamerica e il lama fu domesticato sulle Ande, ma in 5000 anni l’unico animale da traino e l’unica tecnologia utile per i carri del continente non riuscirono ad incontrarsi - anche se la distanza in linea d’aria tra le due società in questione (2000 km) era assai minore di quella tra Francia e Cina (13000 km), due luoghi che condividevano ruote e cavalli.
(Diamond, op. cit., p. 207-08)



















Lo scontro di Cajamarca

Quali sono i fattori che hanno contribuito alla vittoria del continente Eurasiatico su tutte le altre zone del mondo? L’esempio dell’ America è il più chiaro. Dopo la sua scoperta, nel 1492, furono moltissimi gli scontri tra nativi e invasori; tutti vinti da questi ulltimi. Vediamone uno dei più significativi, quello avvenuto il 16 novembre del 1532 in una cittadina chiamata Cajamarca (nell’attuale Perù), tra Atahualpa, imperatore Inca, che “giocava in casa”, circondato da un esercito composto da 80000 uomini; e il conquistador spagnolo Francisco Pizarro, che si trovava nel nuovo continente per conto del sovrano spagnolo Carlo V, imperatore del Sacro Romano Impero.
Al contrario di Atahualpa, Pizarro era a capo di soli 168 uomini, e certo nessuno avrebbe mai scommesso su una sua vittoria. Nonostante ciò, a distanza di poche decine di minuti dal loro incontro, Pizarro fece prigioniero Atahualpa, lo tenne in ostaggio per otto mesi (durante i quali si fece consegnare dagli Incas un enorme riscatto in oro), e infine lo uccise, violando i patti. In pochi mesi tutto l’impero inca fu conquistato. La domanda è: com’e stato possibile tutto ciò? Gli Spagnoli erano sicuramente superiori tecnologicamente per quanto riguarda armi e cavalli; ma la velocità di questa conquista rimane comunque sconvolgente!
Qui di seguito, analizzerò in breve quelli che Diamond, nel suo famoso saggio Armi, acciaio, malattie, ha chiamato le “cause prossime” della vittoria degli Spagnoli (quelle che nella nostra mappa compaiono nei rettangoli in basso).

1) Superiore tecnologia bellica degli Spagnoli: armi da fuoco, lame d’acciaio, armature e cavalli, sono tutti fattori che permisero ai conquistadores di eliminare facilmente gli avversari, i quali erano a piedi e armati solo di asce in pietra o in bronzo, bastoni, fionde (strumenti che potevano al massimo ferire nemici dotati di corazze). Secondo Diamond, spade, lance e pugnali in acciaio furono più importanti, in quella battaglia, degli stessi archibugi. L’enorme carneficina (7000 indios morti al termine di quella giornata) fu compiuta soprattutto con armi da taglio. A ciò bisogna aggiungere il “sacro terrore” che prendeva gli indios, di fronte al rumore dei fucili e delle trombe degli spagnoli.
2) Epidemie: già negli anni precedenti Cajamarca, una terribile infezione di vajolo, portata dagli Spagnoli, era passata da Panama all’impero inca e aveva ucciso, tra gli altri, l’imperatore. Era nata, da ciò, una lotta per la successione tra Atahualpa e il fratellastro Huascàr, che aveva permesso agli Spagnoli di trovare una popolazione disunita e indebolita dalla malattia. In generale, le epidemie ebbero un ruolo determinante nella conquista, poiché si pensa che circa il 95% dei morti fu causato proprio dalle malattie (morbillo, vaiolo, tifo, influenza) importate dagli invasori.
3) Superiorità nautica: avendo raggiunto molto tempo prima la sedentarietà, gli Europei sono stati in grado di creare un sistema politico-sociale molto differenziato, cui è seguito un forte progresso tecnologico; la presenza di “elite non-produttive”, cioè di uomini che non dovevano pensare a procurare cibo, ma potevano concentrarsi su altri ruoli, ha fatto sì che si sviluppasse una tecnologia molto avanzata, capace di costruire navi in grado di attraversare gli oceani.
4) Scrittura: anche la scrittura svolge un ruolo nello svolgimento dei fatti. Essa infatti permise agli spagnoli di sapere in che punto sbarcare e cosa aspettarsi; e, questo, in quanto altri Europei come Colombo e Cortés avevano gia esplorato quelle terre, riportando in lettere e relazioni gli usi, le conoscenze, le tecniche e i comportamenti dei popoli americani, oltre alla esatta descrizione dei luoghi. Gli incas, invece, non sapevano quasi nulla degli invasori, e, non abituati ai contatti con altri popoli, ingenuamente si fidarono, facendo sì che gli invasori potessero far scattare una “trappola” definita banale dagli stessi spagnoli.
I fatti di Cajamarca ci sono noti attraverso le molte relazioni stese da testimoni oculari, tutti spagnoli. Essi cercarono di far credere che la conquista fosse un fatto voluto da Dio, per convertire e civilizzare razze inferiori. Con il suo libro, Diamond dimostra anche questo, e cioè che le razze in questa storia non c’entrano nulla e che se gli europei vinsero, fu perché godettero dei vantaggi collegati al tipo di spazio fisico in cui si trovavano.

m.b.


determinismo

Il determinismo è quella visione secondo la quale nelle vicende naturali e storiche nulla avviene per caso ma tutto accade secondo una ragione e una sequenza di concatenazioni necessarie. Il determinismo nega qualsiasi forma di casualità (per esso, il casuale, in realtà è il “non ancora noto“) e, per tutti i fenomeni, cerca di rintracciare una spiegazione di tipo fisico-meccanico. Ogni fatto (dunque anche i comportamenti umani) si viene, in questo modo, sempre a trovare all’interno di una catena di relazioni causa-effetto, che esclude sia il caso sia la possibilità di libere scelte. Conseguenza fondamentale è che date certe condizioni iniziali, tutto quel che accadrà in futuro è predeterminato in modo assoluto ed è, dunque, anche prevedibile.
La classica definizione di determinismo venne data dal grande matematico e astronomo francese Laplace nel suo Essai philosophique sur les probabilités (1812),

«Dobbiamo dunque considerare lo stato presente dell'universo come effetto del suo stato anteriore e come causa del suo stato futuro. Un'intelligenza che, per un dato istante, conoscesse tutte le forze da cui la natura è animata e la situazione rispettiva degli esseri che la compongono, se fosse abbastanza vasta da sottoporre questi dati ad analisi abbraccerebbe nella stessa formula i moti dei corpi più grandi dell'universo e quelli dell'atomo più leggero: per essa non ci sarebbe nulla d'incerto, ed il futuro come il passato sarebbe presente ai suoi occhi»


c.s.



scheda biologica


1) Centri di origine indipendente dell’agricoltura: Vicino Oriente – Cina – Mesoamerica - USA orientali - Sahel - Ande e Amazzonia – Africa equatoriale occidentale - Etiopia - Nuova Guinea  2) Specie animali e vegetali domesticate in Eurasia: Animali: Cane - Pecora – Capra – Bue – Maiale – Cavallo - Cammello arabo - Cammello a due gobbe – Asino – Renna - Bufalo asiatico – Yak - Banteng domestico – Mithan – Baco da seta; Vegetali: Grano – Piselli – Olivo – Riso – Miglio – Papavero – Avena – Sesamo – Melanzana  3) Scarto temporale tra Agricolture Euroasiatica e Americana: Tra l’agricoltura sviluppatatasi nel vasto continente euroasiatico e quella nata nel continente americano esiste una forte sfasatura. Infatti si può far risalire la nascita dell’agricoltura in Eurasia addirittura a 8500 anni prima della nascita di Cristo. In America invece i primi tentativi di domesticazione ebbero luogo solo nel 3500 a.C. e i primi esempi di società sedentaria risalgono al 1500 a.C. Il ritardo di sviluppo ammonta quindi a circa 5000 anni!  4) Malattie importate dagli Europei in America: Vaiolo – Orecchioni – Lebbra – Morbillo – Influenza – Tifo – Difterite – Malaria – Pertosse – Peste – Tubercolosi – Febbre Gialla  5) Le otto piante fondamentali domesticate nella Mezzaluna Fertile: Cereali: Einkorn – Farro – Orzo; Legumi: Lenticchie – Piselli – Ceci – Lathyrus Sativus (Cicerchia); Fibre: Lino

s.s.






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